2.2 Bando Prima Infanzia
Il bando “Prima infanzia”, pubblicato nel 2016, si pone l’obiettivo di potenziare l’offerta di servizi di cura ed educazione dedicati ai minori tra 0 e 6 anni, con particolare riferimento ai bambini appartenenti a famiglie in difficoltà. Il bando, articolato in due fasi, entrambe concluse nel corso del 2017, ha visto la selezione di 80 progetti5, di cui 66 regionali e 14 multi-regionali, per un finanziamento complessivo di oltre 62 milioni di euro.
Al 31 dicembre 2021, degli 80 progetti finanziati 40 risultano conclusi, 1 revocato e la restante parte si trova a 2/3 del periodo attuativo. Complessivamente sono stati liquidati 39 milioni di euro.
In alcuni casi, Con i Bambini ha concesso proroghe e slittamenti delle attività per consentire il riallineamento degli interventi con i calendari scolastici e per garantire la completa copertura dei mesi scolastici da parte delle attività progettuali. In seguito all’emergenza sanitaria questa esigenza di estendere le scadenze si è riproposta in quanto, pur non registrandosi, nella maggior parte dei casi, sospensioni totali delle attività progettuali, la pandemia ha provocato forti rallentamenti delle stesse. La chiusura di tutti i progetti ancora in corso è prevista entro la fine del 2023.
Tabella 7 – Bando Prima infanzia: contributi assegnati e liquidati al netto delle revoche antecedenti all’avvio delle attività
Considerato l’avanzato stato di implementazione del Bando, stanno arrivando a un buon livello di definizione rilevanti aspetti metodologici dei progetti, che talvolta contribuiscono a una modellizzazione degli interventi sperimentati grazie al sostegno di Con i Bambini. Tra le esperienze più virtuose si registrano realtà che hanno operato mediante una presa in carico personalizzata e multidimensionale del nucleo familiare, riuscendo così ad agganciarli e a promuovere, grazie a strategie basate su fiducia e reciprocità, l’accesso dei minori ai servizi educativi per la prima infanzia. Diverse iniziative hanno adottato un approccio preventivo sistemico di intervento domiciliare, dimostrando come l’home visiting rappresenti uno strumento di cruciale importanza per identificare precocemente manifestazioni di disagio familiare e intervenire tempestivamente affinché non venga pregiudicato lo sviluppo evolutivo dei bambini tra 0 e 6 anni. Un altro modello di intervento rivelatosi di successo per il contrasto della povertà educativa è stato quello che ha previsto il coinvolgimento del settore sanitario all’interno dei servizi educativi integrativi, consentendo di sperimentare metodologie di indagine medica (screening) utili a individuare precocemente situazioni che possono influire negativamente sullo sviluppo neuro-cognitivo dei bambini in età prescolare e a mettere a punto strategie di prevenzione. Altre realtà hanno convalidato il ruolo dei servizi educativi integrativi, caratterizzati da flessibilità e modularità nell’erogazione delle attività, come strumento strategico di ingaggio di quei minori esclusi dai circuiti tradizionali di cura ed educazione per lo 0-6. Infine, diverse iniziative hanno orientato il proprio modello di intervento principalmente all’empowerment dei genitori, lavorando sul rafforzamento delle loro life skills e competenze relazionali, genitoriali, professionali, nella consapevolezza che il contesto di crescita dei minori tra 0 e 6 anni è di cruciale importanza per un loro sviluppo armonico e per la determinazione delle loro opportunità future.